La prima del Macbeth di Verdi al Comunale Nouveau di Bologna diretto da Daniel Oren con la regia di Jacopo Gassman. Interpreti principali: Roman Burdenko, Ekaterina Semenchuck. Uno spettacolo di ottimo livello: un viaggio nel perturbante, nell’abisso dell’animo umano.

DIRETTORE DANIEL OREN

REGIA JACOPO GASSMANN

MACBETH ROMAN BURDENKO

LADY MACBETH EKATERINA SEMENCHUCK

BANCO RICCARDO FASSI

DAMA DI LADY M. ANNA CIMMARRUSTI

MACDUFF ANTONIO POLI

MALCOM MARCO MIGLIETTA

IL Macbeth di Giuseppe Verdi è tratto da Shakespeare su libretto di Francesco Maria Piave. Fu rappresentato la prima volta il 14 marzo 1847 al teatro La Pergola a Firenze. Il successo non fu immediato, ma fu raggiunto in modo strepitoso più tardi, il 7 dicembre 1952 alla Scala soprattutto per l’interpretazione della Callas e da questo momento rimase per sempre nel repertorio. L’interesse per Shakespeare era diffuso nell’epoca verdiana anche fra i compositori, ma è a Verdi che si deve la sua diffusione in un pubblico più largo. L’interesse per il grande drammaturgo ebbe infatti per il grande musicista un lungo periodo di maturazione e alla fine la scelta cadde sul Macbeth e soprattutto sulla figura così complessa della lady, grande protagonista, alla quale vengono riservati due momenti di intensità sconvolgente: quello del brindisi, quasi volesse cancellare nei calici e nell’ebbrezza i delitti, delitti da lei suggeriti, anzi ordinati, commessi materialmente dal marito, succube e inetto, travolto del rimorso ma incapace di ribellarsi alla moglie e quello intensamente drammatico del delirio finale, in cui l’orrore del male commesso non potrà più essere rimosso e negato.

Macbeth trascina lo spettatore nel mondo del perturbante, nell’abisso dell’animo umano. Lo stesso canto si apre ad un canto “recitato”, “parola scenica”, all’importanza della parola. Prevalgono i lunghi monologhi, viaggi nella profondità della coscienza.

I due momenti di turbamento di Macbeth sono sottolineati dalla consultazione delle streghe, due momenti diversi, ma di drammatica intensità soprattutto il secondo nel quale non sarà più predetto un trono ma la drammaticità della fine, il fallimento del progetto delirante di conquista del potere, la consapevolezza che i delitti perpetrati non assicureranno la felicità. Macbeth sviene più volte e subisce le terrificanti apparizioni degli uccisi.

La regia raffinata di Jacopo Gassmann arricchisce la scenografia, con citazioni pertinenti tratte dall’arte contemporanea e densi di significato attraverso una alternarsi di pannelli scorrevoli che aprono alternativamente alla luce e al buio e che lo spettatore deve cercare di riconoscere: la testa mozzata della Medusa di Caravaggio, il cui sguardo terrificante può pietrificare anche noi, ma anche Marina Abramovich, The artist is present, nell’incontro di sguardi con Macduff, la Venere degli stracci di Pistoletto e altri.

Il cast è d’eccezione: Roman Burdenko, (Baritono), Macbeth, sa rendere in modo intenso la sua solitudine disperata, il non sapersi rifiutare di assecondare la donna della quale è succube e che lo trascina nell’abisso. Solo la lady può creargli l’illusione di avere quella forza che non ha. la vocalità viene meno valorizzata rispetto alla recitazione, Ekaterina Semenchuck (soprano) Lady Macbeth, grande interprete, sa rendere perfettamente con la modulazione della voce i diversi stati d’animo:la perversità,la violenza, la follia, perfetta la dizione, Riccardo Fassi (basso), Banco, chiarezza della dizione e del “canto sul fiato”, Antonio Poli, (tenore), Macduff, brillantezza e vivacità interpretativa, Marco Miglietta (tenore), alla testa del movimento della foresta annunciatrice di morte predetta dalle streghe per Machbeth, Anna Cimmarrusti (soprano), interpreta una dama di corte della lady.

Daniel Oren, dirige l’orchestra del teatro Comunale di Bologna facendo crescere il dramma di intensità: la sonorità esplode in modo avvolgente e luminoso, in particolare nello stupendo e centrale “Patria oppressa”, momento alto. Cura particolare viene emessa nei cantabili.

Il coro del teatro comunale di Bologna diretto da Gea Garatti Ansini è elegante e organico.

I costumi raffinati nella loro quasi sobrietà.

Il pubblico numeroso essendo anche la prima, ha applaudito intensamente e lungamente anche anche a scena aperta, riconoscendo l’alto livello dello spettacolo.

Giuseppina Giacomazzi