L’Orlando Furioso di Vivaldi nei teatri di Ferrara e a Modena, nel ricordo dei luoghi della corte estense per la quale Ariosto scrisse il suo celebre poema. Direzione di Federico Maria Sardelli, regia di Marco Bellussi. Un capolavoro di musica barocca, una teatralità per tutti i tempi e soprattutto per il nostro in cui prevalgono smarrimento e follia.

DIRETTORE FEDERICO MARIA SARDELLI

REGIA MARCO BELLUSSI

YURIY MYNENKO ORLANDO

YURIY MYNENKO ORLANDO
SONIA PRINA ALCINA

ARIANNA VENDITTELLI ANGELICA

LORIANA CASTELLANO BRADAMANTE

FILIPPO MINECCIA RUGGIERO

CHIARA BRUNELLO MEDORO

MAURO BORGIONI ASTOLFO

Vivaldi si era interessato alla figura di Orlando già dagli esordi e nel 1713 mise in scena l’Orlando Furioso (L’Orlando finto pazzo) di Ariosto con libretto di G.B.Ristori. In un secondo momento lo riprese in modo autonomo su libretto di Braccioli. Un insuccesso, ma revisionato da Vivaldi nel 1727. Fu riproposto fino al carnevale del 1738, ma non riscosse un grande interesse da parte del pubblico e da questo momento cadde in oblio. Fu ripreso nel 1978 grazie a Gian Luigi Pizzi e all’interpretazione di Marilyn Horne alla Filarmonica di Verona e riproposto più volte anche a Parigi, a S. Francisco e a Dallas.

L’odierna edizione, grazie al maestro Federico Maria Sardelli è dovuta al ritrovamento del manoscritto all’Università di Torino.

Nell’agosto del 2017 riscosse un notevole successo a Martina Franca, quale opera in perfetta sintonia con l’architettura barocca della città. Protagonista Sonia Prina che affrontò in modo mirabile l’impervia partitura e le vertiginose agilità- La recensione è in questo stesso blog alla data 25 agosto 2017.

Ferrara e Modena hanno presentato questa edizione su libretto di Braccioli e la scelta delle due città vuole essere un ricordo e un omaggio alla corte estense che a Ferrara lo commissionò al grande letterato.

La regia di Marco Bellussi con la scenografia di Matteo Paoletti Franzato è di grande leggerezza ed eleganza. I video di Fabio Massimo Laquone confermano il palcoscenico quale regno della maga che giovandosi di meccanismi dilata e deforma lo spazio nel quale prevalgono i colori tenui e la visione stessa viene stravolta, disorientando i personaggi. Elemento fondamentale, in alto, è lo specchio che capovolge la visione stessa: specchio sono le pareti, specchio il soffitto. Le prospettive da cui si legge il mondo è ribaltata come sostiene Ariosto, ma anche Italo Calvino con le sue rielaborazioni ariostesche: Il mondo si legge al contrario e il barocco ne sottolinea lo stupore e la meraviglia.

I personaggi si muovono nel disorientamento e nell’ambiguità, ma del resto anche la contemporaneità in modo diverso subisce il disorientamento del muoversi nel mondo. Anche noi ci incamminiamo nella vita fra insicurezze, nella difficoltà di decodificare il presente.

Le voci sono quelle di Yuriy Mynenko (controtenore), Orlando, che rende la poliedricità della figura del paladino con un’ampia estensione vocale. Convincente e ben realizzata la scena centrale della pazzia, Sonia Prina (contralto), Alcina, domina il palcoscenico con la sua grande esperienza dei ruoli barocchi. Sa rendere tutte le sfumature del duplice ruolo di maga e di donna innamorata, grazie alla grande competenza tecnica e virtuosismo in “Alza in quegli occhi” e pateticità in “Così potessi anch’io“, Arianna Vendittelli (soprano), incarna l’ambiguità seduttiva di Angelica , particolarmente riuscita l’aria “Tu sei degli occhi miei“, anche se giocata sulla finzione, Chiara Brunello (contralto) il giovane innamorato Medoro, Loriana Castellano (mezzosoprano), incarna con naturalezza la bellicosa Bradamante che vorrebbe riconquistare Ruggero, Filippo Mineccia (controtenore) Ruggero, duetta con il flauto traverso, simbolo dell’incantesimo in cui lo lega Alcina, Chiara Brunello.
Mauro Borgioni (baritono), Astolfo, rende con l’ampia estensione vocale e la profondità del timbro la poliedricità dell’opera vivaldiana e del personaggio destinato a riportare dal mondo della luna il senno ad Orlando impazzito dopo aver constatato il legame d’amore di Angelica e del giovane Medoro, scritto ovunque: sugli alberi, sull’erba, su tutto quello che li circondava e che lo aveva precipitato in un accecamento di follia.

I costumi fantasiosi e colorati sono di Elisa Cobello. Federico Maria Sardelli, a cui si devono i ritrovamenti di molti manoscritti vivaldiani, dirige l’orchestra barocca dell’Accademia dello Spirito Santo, in alcuni momenti con tempi lievemente accelerati.

Il coro dell‘Accademia dello Spirito Santo diretto dal maestro Francesco Pinamonti è organico e curato. Attraverso l’incanto della musicalità L’Orlando ci parla del presente e dell’umanità di tutte le epoche. Ci auguriamo una sempre più diffusa attenzione al repertorio musicale barocco.

Giuseppina Giacomazzi