DIRETTORE ANTONELLO MANACORDA

REGIA DAMIANO MICHIELETTO

IVAN AYON RIVAS HOFFMANN

PAOLA GARDINA LE MUSE

GIUSEPPINA BRIDELLI NICKLAUSSE

ALEX ESPOSITO LE DOCTEUR MIRACLE /DAPERTUTTO/LINDORF/COPPELIUS

DIDIER PIERI ANDRES/COCHENILLE/FRANTZ/PITICHINAW/

ROCHO PE’REZ OLYMPIE

CARMELA REMIGIO ANTONIA

VERONIQUE GENS GIULIETTA

FEDERICA GIANSANTI LA VOIX

CHRISTIAN COLLIER NATHANIEL

FRANCOIS PIOLIVO SPALLANZANI

YOHANN DUBRUQUE HERMANN/SCHLEMILL


I

Les Contes d’Hoffmann sono un’opera fantastica di Jacques Offenbach su libretto di Jules Barbier. l’opera fu rappresentata la prima volta il 10 febbraio 1881 au theatre national de l’opera comique a Parigi..I tre episodi fanno riferimento a tre racconti di E.T.A. Hoffmann , racconti tipicamente romantici che hanno come protagonista lo stesso autore e affrontano tematiche psicologiche legate ai motivi della ambiguità e dell’immaginario. I tre episodi potrebbero interpretarsi come momenti di un processo di iniziazione del protagonista, ma in realtà rappresentano più una fuga nell’irrazionale e nella visionarietà propri della creazione artistica e rispondenti al periodo in cui sono stati scritti.

Il regista Damiano Michieletto sottolinea tale dimensione surreale, fantastica e visionaria , congeniale alla sua creatività,attingendo in parte all’ universo magico e creativo presente nelle altre sue regie.

L’opera si apre sul prologo nel quale Hoffmann ormai vecchio e ubriaco, accompagnato dal fedele Nicklause, nella taverna da lui frequentata , indulge nel ricordo del passato e di alcune illusioni amorose, in attesa di quella che crede essere la sua donna attuale: Stella, cantante lirica, sta tornando dopo il primo atto del Don Giovanni di Mozart, opera nella quale la donna ha un ruolo. L’ambiente che lo circonda è riempito di personaggi surreali: topi, un trampoliere, personaggi dai costumi coloratissimi e molto strani.

Hoffmann ripercorre tre momenti d’illusione amorosa: l’amore adolescenziale per la bambola Coppelia, automa perfetto, creato da Spallanzani , poi per Antonia, aspirante cantante, ma nella scelta registica ballerina, malata di una strana malattia che la condurrà a morte, Giulietta,entreaneuse in un locale , tre donne che alla fine possono convergere in una sola: Stella, destinata a svanire anche lei nel mondo del protagonista-scrittore. Tre momenti e tre amori di Hoffmann , dal primo sui banchi di scuola, per Coppelia, al secondo in una fase più matura, all’ultima delusione. Tutti e tre i momenti (che in realtà sono quattro, considerando quello per Stella) si tradurranno in una sconfitta per l’intervento in apparenze diverse del demonio, dominatore di questi racconti. Il demonio, sotto le spogle di Coppelius, riuscirà a far distruggere l’automa perfetto, per vendicarsi del suo creatore Spallanzani con il quale ha una questione in sospeso, a far morire Antonia, spacciandosi per un medico, a fare cacciare lo scrittore da Schlemill, amante di Giulietta, al quale il demonio- Dapertutto ha consegnato una spada. La regia ha scelto tre cantanti diverse per i tre differenti ruoli, scelta adeguata a sottolineare le differenze anche attraverso la vocalità.

I tre episodi che si avvalgono dei rispettivi cambi di scena, sono separati da intervalli. Il primo episodio è da ritenersi il più coinvolgente, il più conosciuto, quello della bambola Olimpia, avvalorato dalla splendida e coinvolgente interpretazione della soprano Rochìo Perez . soprano leggero e chiaro, con straordinarie capacità interpretative che vengono sottolineate dalla difficoltà del ruolo. Nel secondo episodio Carmela Remigio, soprano di lunga esperienza, ottimo il fraseggio, nonostante un certo distacco nell’interpretazione, Véronique Gens, soprano, è la protagonista del terzo episodio, Giulietta, cantante con una lunga carriera, dalle notevoli doti interpretative.

Fra gli interpreti maschili il protagonista Ivan Ayon Rivas, tenore, si impone per presenza scenica e interpretativa e una vocalità chiara e squillante soprattutto nel registro acuto. Ottimo il fraseggio.

Alex Esposito, basso, cantante molto presente sul palcoscenico della Fenice e dei teatri italiani e stranieri, ricopre perfettamente sia vocalmente che nell’interpretazione, i ruoli demoniaci sotto le quattro forme nei quattro episodi: Lindorf, Coppelius,Le docteur Miracle, Dapertutto.

Particolarmente elegante nel ruolo del fedele Niklause, Giuseppina Bridelli, mezzosoprano,vestita da pappagallo. Vocalità ben timbrata e chiarezza del fraseggio.

Tutti gli altri interpreti all’altezza del ruolo ricoperto : Paola Gardina (mezzo soprano), Le Muse, Didier Pieri, (tenore), Andrès Cochenille,Frantz, Pitichinaccio, Federica Giansanti (Mezzosoprano), La Voix, Cristian Collia (tenore)Nathanael,Francois Piolino (tenore), Spallanzani,Yohann Dubruque (baritono) Hermann, Schlemil, Francesco Milanese, (basso),Luther, Crespel. Molti sono i doppi ruoli.

Il coro diretto dal maestro Alfonso Caiani ha dato una prova di grande preparazione ottenendo un risultato di pienezza e brillantezza.

Il direttore e concertatore Fredric Chaslin ha direttto con grande competenza un’opera che ha eseguito per ben 700 volte nel mondo valorizzando tutte le parti e ottenendo un risultato di perfezione sia nell’orchestra che nell’attenzione ai cantanti e al palcoscenico, offrendo al pubblico la musicalità coinvolgente di Offenbach, violoncellista e creatore di brillanti operette e brani musicali coinvolgenti, così poco eseguito e conosciuto dal pubblico italiano.

Una realizzazione spettacolare,anche se nonostante la brillantezza nasconde un messaggio di grande profondità: la felicità è impossibile raggiungerla, le illusioni sono destinate a cadere. Nonostante questo realistico messaggio l’opera offre un buon inizio della stagione operistica per la Fenice, per il pubblico veneziano e mondiale.

Giuseppina Giacomazzi (la recensione si riferisce al 30 novembre)

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