DIRETTORE RINALDO ALESSANDRINI

REGIA DAMIANO MICHIELETTO

RAFFAELE PE GIULIO CESARE
MARY BEVAN CLEOPATRA
ARYEN NUSSBAUM COHEN SESTO POMPEO

SARA MINGARDO CORNELIA

CARLO VISTOLI TOLOMEO
ROCCO CAVALLUZZI ACHILLA
ANGELO GIORDANO NIRENO
PATRIZIO LA PLACA CURIO

Il Giulio Cesare in Egitto di Haendel fu rappresentato la prima volta nel febbraio del 1724 al King’s Theatre a Londra su libretto di Haym dal quale era stato tradotto in inglese per il pubblico. Protagonisti la prima volta furono la celebre Cuzzoni e il castrato Senesino. L’opera fu ripresa nel 1732 e rappresentata anche in Germania e in Francia a Parigi. Il XIX secolo la dimenticò ma nel 1922 tornò ad essere rappresentata in versione riveduta a Gottinga e da questo momento fu sempre molto apprezzata. I ruoli di Tolomeo e Nireno furono affidati spesso a soprani femminili.

Al teatro dell’opera di Roma fu rappresentata nel 1955,nel 1985 e nel 1998.

Oggi viene riproposta con la regia di Damiano Michieletto e le scene curate da Paolo Fantin in una attualizzazione interessante anche se divisiva. Il libretto ha il fondamento storico nella guerra civile fra Cesare e Pompeo e nella campagna d’Egitto allorquando dopo l’assassinio di Pompeo da parte di Tolomeo, Cesare nel conflitto fra il fratello e Cleopatra sceglie quest’ultima come sua amante. Il libretto accoglie il fatto storico come sfondo ma la regia di Michieletto ne offre una lettura in chiave psicologica: Cesare stesso non è il grande condottiero, ma un uomo solo,un po’ debole e goffo, ormai consapevole del suo destino, ma anche gli altri personaggi sono chiusi nella loro sofferenza e inadeguatezza sottolineata dalla scenografia , essenziale nella prima parte, e nella seconda dominata da un fitto intrigo di fili rossi simbolo del destino che avvolgono i personaggi e da un continuo passaggio dei mimi simboleggianti le parche che induce a meditare il destino comune di morte e la precarietà dell’esistenza.

Quasi ad apertura di opera Cesare riceve da un messo di Tolomeo la testa di Pompeo, figura che apparirà vagante sul palcoscenico fino al momento in cui vendicato dal figlio si trasformerà in statua sotto la quale appariranno i congiurati delle idi di Marzo, presagio dell’assassinio di Cesare a Roma.

Dominante lo scavo psicologico dei personaggi : un Cesare che ama Cleopatra non riconoscendola e pensandola un’ancella, Tolomeo e Cleopatra fratelli in conflitto ma dominati da forti ambiguità, Cornelia contesa fra Tolomeo e Achilla, ma fedele al marito ucciso,patetica e dolorosa, Sesto che, come tutti i giovani, compie il cammino di distacco dal padre vendicato e finalmente trasformato in statua, raggiungendo la maturità.

Le voci sono tutte di grande livello: Raffaele Pe (controtenore) , Cesare, mostra un perfetto dominio del palcoscenico e una vocalità ricca di colorature e agilità, Carlo Vistoli, (controtenore) Tolomeo, dalla vocalità calda, avvolgente ed espressiva,di grande naturalezza nonostante l’artificiosità controtenorile , Aryen Nussbaum Cohen, (controtenore) Sesto, giovanissimo, di grande espressività soprattutto nelle arie in cui dominano gli affetti e la malinconia. Tre vocalità controtenorili di grande eleganza e raffinatezza nella loro diversità. Sara Mingardo, Cornelia, contralto di grande esperienza , interprete raffinata e convincente di tale personaggio anche in altre regie dell’opera nel tempo. Avvincente l’aria a chiusura del I atto in duetto con il figlio: Son nata a lagrimarMary Bevan ( soprano), interprete giovane , elegante nel ruolo, nonostante una vocalità un po’ esile. Riscuote gli applausi del pubblico nell’aria dolente Piangerò la sorte mia, Tutti all’altezza del ruolo gli altri interpreti: Rocco Cavalluzzi (baritono) , Achilla, Angelo Giordano (controtenore) Nireno, Patrizio la Placa (Curio)

Dirige l’orchestra del teatro dell’opera di Roma il maestro Rinaldo Alessandrini, uno dei più noti direttori di musica barocca, curando il valore espressivo dell’opera con attenzione particolare alle voci e valorizzando la bellezza della partitura.

I costumi curati da Agostino Cavalca sono contemporanei, anche se data la trasversalità temporale degli avvenimenti si sarebbe potuto trovare una soluzione alternativa.

Un grande successo a chiusura della stagione 2023. Molti e calorosi i consensi del pubblico che ha applaudito a lungo nonostante alcune inevitabili perplessità sulla regia. ..

Giuseppina Giacomazzi – La recensione si riferisce al 15 ottobre